Erano le 23 di giovedì 19 maggio quando sul profilo Facebook dedicato alla liberazione di Anton Hammerl è apparso questo post. Alle 10:00 CET (11:00 ora SA), di questa sera, abbiamo ricevuto una notizia devastante per quanto riguarda Anton Hammerl. Il 5 aprile 2011 Anton è stato ucciso dalle forze di Gheddafi in una posizione estremamente remota del deserto libico. Secondo testimoni oculari, aveva riportato ferite tali che non sarebbe potuto sopravvivere senza cure mediche. Le parole non bastano per descrivere il trauma incredibile che la famiglia Hammerl sta attraversando. Dal momento in cui Anton è scomparso in Libia, abbiamo vissuto nella speranza, i funzionari libici ci hanno assicurato che avevano Anton. E’ intollerabile, crudele, che i lealisti di Gheddafi conoscessero il destino di Anton da tutto questo tempo e abbiano deciso di tenerlo nascosto. Grazie mille per il vostro amore e sostegno. La famiglia Hammerl”. Anton Hammerl lascia la moglie Penny Sukraj e due figli Neo e Aurora. I testimoni oculari di cui parla la nota sono i tre giornalisti assieme ai quali si pensava ci fosse anche Hammerl, arrestati il 5 aprile e liberati dalle forze lealiste il 18 maggio. Una volta arrivati in Tunisia, giovedì sera, James Foley e Chiara Morgana Gills, si sono messi in contatto telefonico con la moglie di Hammerl e le hanno riferito l’accaduto. Secondo il loro racconto le autorità libiche erano consapevoli fin dall’inizio della morte di Hammerl. Quando sono fintii sotto il fuoco delle forze governative, Anton Hammerl è rimasto gravemente ferito con dei colpi allo stomaco.Raggiunti dai militari i giornalisti sono stati tratti in arresto. Hammerl in quel momento era rimasto a terra in una pozza di sangue. Il Ministro degli Esteri sudafricano Maite Nkoana-Mashabane ha espresso il suo disappunto per il comportamento del governo libico. Era stato lo stesso Gheddafi a rassicurarli sulla sorte di Hammerl. fonte Dall’inizio della rivolta, sono 7 i giornalisti morti in Libia. 12 marzo: Ali Hassan Al-Jaber (Qatar) – 18 marzo: Mohammed al-Nabbous – 20 aprile: Tim Hetherington (Gran Bretagna) e Chris Hondros (Stati Uniti) – 12 maggio: PeshawarAli al-Graw e Ismail al-Sharif – 20 maggio: Anton Hammerl (Sudafrica).
la rivolta vista da vicino
Libya
Morte di un fotoreporter
- “Non è che il resto del mondo sia così differente, ma sembra quasi che qui in Africa non possano esistere entità astratte come la libertà, la felicità, la speranza. Ogni volta che un regime è stato ribaltato, ciò che ne è venuto fuori si è spesso dimostrato peggiore del precedente”.
Shabab
Shabaab in arabo significa letteralmente gioventù. Gli shabab, dunque, sono i giovani. Sicuramente sono diventati i protagonisti della rivolta in Libia, il nocciolo duro che ha innescato l’insurrezione. Per Gheddafi sono estremisti di al Qaeda “in preda ad allucinogeni sciolti nel Nescafé”. Per il presidente americano Barack Obama sono invece ragazzi “alla ricerca di un modo di vita migliore”. Tutti rigorosamente volontari, fra i giovani guerrieri c’è di tutto: dai teppisti di strada agli studenti universitari, dai disoccupati agli operai. Ma anche mercanti ed ex soldati, tutti con i calci dei fucili (così come le facce) dipinti di rosso verde nero, la bandiera pre rais. Il loro modo di combattere spesso è più rumoroso che concreto: vanno al fronte cantando e sparando in aria, su e giù per il deserto sugli improvvisati gun-wagons, i pick up su cui sono montate alla buona le mitragliatrici. Una volta ne ho visti quattro con un solo kalashnikov, se lo passavano. Certamente non sono soli. Ci sono religiosi e probabilmente qualche jihadista come istruttore. Ma, oltre all’irresistibile entusiasmo giovanile, la loro molla è la rabbia che cresce ad ogni lutto. Nessuno sa ancora come finirà.Blog Stats
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#1 di fausta68 il Maggio 27, 2011 - 10:14 PM
Tanti, troppi….
Quanto costa la libertà!